Masserie di Ostuni – Puglia

L’intero territorio pugliese ed in particolare quello di Ostuni si contraddistinguono al primo colpo d’occhio per la presenza di un ingente numero di masserie. Vediamo quindi quali sono le masserie più importanti di questa zona della Puglia. In realtà per comprendere l’essenza e il valore simbolico di queste strutture è necessario fare un passo indietro, cercando di comprendere il significato del termine in epoca passata e gli avvenimenti storici a cui esse sono associate.

Masserie di Ostuni - Puglia

Storicamente, le origini delle masserie affondano in epoca normanno-sveva, periodo durante il quale si afferma la tipologia di masseria regia emblema del potere e del dominio dei principi feudatari esercitato sul territorio. Esse si consolidarono anche in epoche successive, sotto il dominio aragonese e spagnolo, continuando ad essere simbolo della struttura feudale.

Il termine masseria, da “massae” o “massaricus” era solito contraddistinguere, non solo un edificio rustico come accade in una accezione più moderna, bensì un insieme di fondi rustici intesi come estensioni più o meno vaste di terreno con oliveti, vigneti, terre seminative e pascoli, munite di ricoveri in muratura e non necessariamente dotati di corpi di fabbrica. In questo senso, le masserie rappresentavano il massimo centro di produzione sul territorio, con terreni adibiti al pascolo e alla semina e opportunamente recintati.

Solo a partire dal 1700 le masserie abbandonano la funzione prettamente produttiva, propria del periodo medievale, per  riconoscersi come veri e propri nuclei urbani con funzione residenziale. Iniziano a dotarsi di molteplici spazi agricoli  capaci di soddisfare il bisogno della comunità in termini di carne, formaggi e lana. A partire da questo momento cambia anche la struttura degli edifici che vengono dotati di una corte, centro amministrativo del possedimento fondiario, di stalle, ovili, depositi per derrate, vasche rettangolari per l’abbeveraggio del bestiame, forno, mezzana per pascoli di equini e bovini e una chiesetta dallo stile lineare ma essenziale in ogni sua parte.  Le terre annesse continuano ad essere recintate con tipici muri a secco e utilizzate a pascolo oppure con funzione seminativa.

Nel corso dei secoli, la classificazione delle differenti tipologie di masserie è andata sicuramente crescendo. Si differenziano in base al tipo di produzione e soprattutto in base alla struttura del complesso abitativo. Alla prima categoria appartengono le masserie olivicole, cerealicole, di allevamento o da campo; mentre alla seconda categoria appartengono le masserie fortificate e non fortificate.

Le masserie fortificate sono senza alcun dubbio le più rappresentative ed identificative del territorio pugliese in generale e di quello ostunese in particolare. Questa singolare tipologia costruttiva risale al XVI secolo e rappresenta una tipica forma di difesa dall’assalto di briganti e pirati in un periodo in cui l’inerzia del governo spagnolo regnava sovrana. Le costruzioni presentavano poche aperture e si presentavano come edifici compatti con torrioni angolari, ponte levatoio, feritoie e caditoie. Anche la dislocazione geografica rientrava in un intento propriamente difensivo, ragion per cui venivano costruite seguendo l’andamento della costa, lungo veri e propri percorsi di difesa.

Le masserie, ciascuna con la propria storia, la propria edificazione e le proprie tradizioni, rappresentano le nostre radici, ciò su cui poggia il nostro presente e il cui valore è difficilmente quantificabile.